Messaggio del presidente

Carissimi colleghi,
in questi giorni la maggior parte di noi ha sentito la frenesia, il dovere morale e professionale di “portarsi” a disposizione di bambini, famiglie, adulti, nuovi potenziali pazienti, vecchi pazienti, credendo, a buon ragione, di potere essere utili e di potere ancora continuare ad esercitare il nostro Sapere professionale.
Alcune volte, durante puntuali interviste, abbiamo parlato di una serie di problematiche molto generalizzabili, seppure molto pertinenti; …. ancora che dire del nostro compiacerci della potenza di una comunicazione multimediale, che sembra darci il potere di varcare le colonne d'Ercole.
Abbiamo sfoderato la nostra vis sociale, sindacale, politica, gestionale, spesso dovendo porci come alternativa all'assordante silenzio di alcune istituzioni e amministrazioni rappresentative, così come alle politiche dello stop allo sviluppo della professione e alla politica "stile patronato" e così via.
In questa gara a chi la dice e la fa più forte, penso che si stia perdendo l’occasione di dare voce ad un tempo nostro, un tempo di ridefinizione, di conferma etc…; un tempo che ci possa consentire di “abitare” alcune parole che danno plasticità alla nostra più intima condizione, alle singole intime condizioni in cui ci siamo trovati improvvisamente.
Ci siamo ritrovati, infatti, a gestire qualcosa di molto, molto più grande di noi, in una situazione che ci stupisce, che ci pone interrogativi, che fa emergere le nostre criticità,  portandoci magari a dimenticare le nostre responsabilità e il coraggio che ci caratterizzano come figura professionale,
figura che cura e si prende cura promuovendo, sostenendo. La condizione che stiamo vivendo stranamente ci procura un senso di perdita dei nostri punti di
riferimento, di quella quotidianità che a volte abbiamo sottovalutato e che invece è parte integrante di cio' che noi siamo con la nostra voglia di essere utili, attraverso il nostro sapere professionale e attraverso le convinzioni che questa quotidianità ci fa elaborare. Ognuno di noi ce la sta mettendo tutta!!!
Noi, diciamo un pò più grandi, riscoprendo vecchie foto di un'altra età, ma soprattutto di un'altra stagione della vita, o recuperando oggetti, libri, vecchi vinili, antiche ricette di famiglia, finanche riscoprendo di avere il pollice verde. I più giovani sui social cercano anche loro altri abbracci, altre possibilità. Qualcuno non ha perso il vezzo di scrivere.

Il Presidente Nazionale

Insomma forse vale la pena fermarsi e domandarsi se stiamo cercando di occuparci dei nostri gioielli più preziosi: I LEGAMI. Stiamoci attenti a non perderli questi legami, a non distrarci da loro, perché il maledetto
mostriciattolo, che sicuramente sarà sconfitto, potrebbe ordire una trama velenosa lasciandoci vivi si, ma inanimati. INSIEME CON I NOSTRI LEGAMI CE LA POSSIAMO FARE senza dimenticare la
responsabilità, il coraggio dell’essere psicologi non solo online. La Società Italiana di Psicologia Pediatrica, si orienterà in tal senso, cercando di promuovere, in questo tempo storico che impone prudenza e cautela, quell’energia che viene dai legami personali e professionali e che sostiene il senso di responsabilità e il coraggio.
Palermo, 17/03/2020

Giovanna Perricone

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